...All'età
di 7 anni, secondo le usanze di un tempo, un ragazzo veniva strappato dalle
braccia della madre e scaraventato in un mondo di violenza. Egli veniva
forgiato dalla tradizione di una società guerriera, quella della San Domenico, in grado di creare i migliori
giocatori che il mondo abbia mai conosciuto. Lo Scarcerle, come viene chiamato
il loro campo di allenamento, costringe il ragazzo a combattere, lo riduce
alla fame, lo costringe a rubare, e, se necessario, a uccidere...
Questa è la San Domenico! Ed io, Delios, unico testimone di
quanto accaduto in quel lontano giorno delle idi Carneecensi, vi voglio
raccontare la verità.. vi voglio raccontare di come 9 eroi fermarono l'ondata
barbara nelle gole delle Termopili..
..this is not a pagellone..
THIS IS DALMATA!!
“Prima che tu
parli, selvazzaniano, sappi che alla San Domenico ogni uomo, finanche il
messaggero di un re, risponde personalmente delle parole che pronuncia. Dunque,
quale messaggio ci porti?” Queste le parole pronunciate dal nostro re, Leonida,
l’unico a credere fin dall’inizio alla nostra impresa, e a voler sfidare
l’imponente armata orientale
[Mario – voto 9: è il suo
derby, la sua rivincita, la sua vendetta.. soffre come tutti i suoi guerrieri
in campo, dosando con intelligenza e professionalità le ridotte forze a sua
disposizione!]
Ma prima bisogna superare la
superstizione. Gli Efori, sacerdoti degli antichi dei, porci incestuosi, più
animali che uomini. Animali che perfino Leonida deve corrompere e supplicare,
perché nessun re dalmatiano è mai andato in guerra senza la benedizione degli
Efori.
[il Torneo Scommesse – voto 3: che ha
corrotto i nostri animi non facendoci più credere nella vittoria che ci spetta!]
Queste le parole della regina Gorgo a
Leonida: “Spartano. Torna col tuo scudo o su di esso.” <> non lo dice. Non c'è spazio per la tenerezza, non a San Domenico.
Non c'è posto per la debolezza. Solo i duri e i forti possono definirsi
dalmatiani. Solo i duri. Solo i forti.
[Assenti illuminati – voto 6.5: messaggi
di incitamento arrivano da quei compagni di squadra impossibilitati a venire, ma che ancora non hanno deposto
le armi e credono nella salvezza..]
Nelle Termopili: marciamo. Nello
stretto corridoio: marciamo. Dove i numeri di Serse non contano niente. Dalmatiani:
cittadini soldati, schiavi liberati, tutti i greci coraggiosi. Fratelli, padri,
figli: marciamo. Per l'onore, per il dovere, per la gloria: marciamo. Nella
bocca dell'inferno: marciamo.
[pubblico – voto 6.5: tanto numeroso e
corretto, che la vittoria in un palazzetto così pieno e caldo ha un sapore
ancora più dolce..]
Lungo la strada incontriamo un gruppo
di fedelissimi Arcadi. Daxos: “È un mattino pieno di sorprese, Leonida...
sapevamo che la San Domenico era sul piede di guerra, bramavamo di unirci a
voi.” Leonida: “Se è sangue che cercate, siete i benvenuti tra noi.” Daxos: “Tu
vuoi affrontare Serse solo con questo pugno di soldati? Credevo che la San Domenico avrebbe almeno eguagliato il nostro numero.”
[Gino – voto 8: l’unico nostro tifoso
che ha avuto il coraggio di seguirci in trasferta.. e come al solito è
infervorato di preziosi consigli, benevole critiche e paterno entusiasmo!]
Ma prima della battaglia arriva il
segno divino. Zeus infilza il cielo con tuoni e fulmini, e flagella le navi selvazzanesi
con vento di tempesta. Magnifico!
[Sacro Spirito del Dalmata – voto 10: in
più di uno aveva avuto sogni premonitori divini prima della sfida, che parlavano di gloria e vittoria e che lo
hanno caricato a mille.. anzi, a 300!]
Inizia la battaglia, e il nostro
comandante ci ordina di costruire un muro per incanalare i nemici. I nostri antenati costruirono questo muro.
Usarono pietre antiche prelevate dal cuore del Veneto. Ma sono i corpi dei
nostri nemici che ci hanno procurato la malta.
[Ale – voto 7.5: a dimostrazione che i
nostri allenamenti non forniscono dei validi indicatori, Ale sputa sangue in
difesa, e non cede di un centimetro!]
Cento nazioni piombano su di noi, le
armate di tutta l'Asia. Incanalate in questo angusto corridoio, il loro numero
non conta niente.
[Fabione – voto 7: gli avversari, più
giovani e prestanti, lo attorniano ogni volta, ma la loro età non conta
niente.. Fabio riesce sempre ad inventarsi la giocata stoica..]
Guardiamo quei bastardi senza madre
morire, accolti dalle braccia amorevoli della nostra terra. Facciamo quello
per cui siamo stati addestrati, per cui siamo stati cresciuti, per cui siamo
nati. Niente prigionieri, nessuna pietà. Un inizio memorabile
[Diego – voto 9: implacabile! Bramoso di
sangue avversario, si rivela la nostra arma offensiva principale, e persino Gino
dagli spalti continua ad urlare “palla a Diego, palla a Diego”!]
Nella seconda giornata di battaglia
arrivano. Hanno servito l'oscuro volere dei re Persiani per cinquecento anni.
Occhi bui come la notte. Denti aguzzi come zanne. Senz'anima. La guardia
personale di re Serse. I migliori guerrieri del Selvazzano. La macchina di
combattimento più letale di tutta Italia. Gli Immortali. Il dio-re ha rivelato
un difetto fatale: la superbia. Facile da provocare, facile da ingannare. Prima
che ferite e stanchezza impongano il loro tributo, il re pazzo ci scaglia
contro la sua armata migliore. Serse ha mangiato l'esca.
[Allenatore avversario – voto 4: pecca
di superbia, sottovalutandoci ad inizio partita.. e solo quando abbiamo
recuperato lo svantaggio ha tirato fuori i giocatori migliori.. ma ormai era
troppo tardi..]
Immortali... metteremo alla prova il
loro nome.
[Pippo – voto 7.5: finalmente si sblocca
e si mette alla prova!! Per la prima volta in questa stagione attacca con
grinta il canestro, e segna alcuni canestri da manuale]
In nostro aiuto sbucano dalle retrovie
gli Arcadi. Urlano e imprecano, affondando coltellate furenti, più addestrati
alle risse che alla guerra. Creano una magnifica confusione; coraggiosi
dilettanti, fanno la loro parte.
[Nicolò – voto 7: ammette placidamente
che non vuole prendersi responsabilità nei momenti delicati, forse ancora scottato
dall’ultima partita.. ma il suo potenziale è enorme, e la sua prestazione convincente]
Sconfiggiamo gli immortali, ma subiamo
anche le prime perdite. Le urla di dolore del capitano spaventano il nemico più
dei cupi tamburi di battaglia. Ci vogliono tre uomini per tenerlo fermo e
riportarlo in formazione. Il Giorno è nostro. Nessuno canta canzoni.
[Ricky – voto 8: consapevole della
difficoltà del match, si carica la squadra sulle spalle da vero capitano, fino
all’infortunio nel terzo quarto che lo vede uscire in barella..]
La battaglia continua il giorno
seguente. Siamo testimoni del grottesco spettacolo sputato fuori dall'angolo
più oscuro dell'Impero di Serse. Quando i muscoli falliscono, chiedono aiuto
alla loro magia. Cadono
a centinaia. Rimandiamo i corpi mutilati e i fragili cuori ai piedi di Serse.
[Avversari – voto 4.5: poca fantasia e
gioco di squadra.. una volta tanto è bello commentare gli avversari
assegnandogli quelli che di solito sono i nostri difetti!]
“Spero che quel... graffio non ti abbia
reso inservibile.” Dice Leonida al guerriero sanguinante. “No, mio signore. È
solo un occhio. Gli dèi me ne hanno concesso uno di scorta.”
[Papo – voto 7.5: seconda vittima illustre del match! combatte da vero guerriero, soprattutto in difesa, e abbandona il campo insaguinato a pochi minuti dal termine]
Ricorda sempre: la vera forza di un dalmatiano è il guerriero al suo fianco. Perciò dagli rispetto e onore, e li
riceverai a tua volta.
[Andrea – voto 7: nel momento di
difficoltà si vede il vero guerriero. Sostituisce perfettamente Papo, senza
panico o lamentele..]
L’ultimo lancio. Ferire Serse significa
colpire tutta Selvazzano. L'elmo lo soffocava, gli limitava la visuale e lui
deve vedere lontano. Lo scudo era pesante, gli sottraeva equilibrio e il suo
bersaglio è molto lontano.
[Matteo – voto 8.5: dimostra che una
partita si può vincere più di testa che di muscoli! Subisce colpi proibiti
sotto canestro in continuazione, ma tiene duro, e a 10’’ dal termine infila i
due liberi della vittoria.. grande Maestro!]
Una nuova era è cominciata. Un'era di libertà. E tutti
sapranno che 9 seguaci del Dalmata hanno dato la vita per difenderla! Quest'oggi
noi riscattiamo il mondo dal misticismo e dalla tirannia e lo accompagniamo in
un futuro più radioso di quanto si possa immaginare. Dite grazie soldati, a
Mario e ai prodi 9!
Alla vittoria!
Alla vittoria!
2 commenti:
Non ho parole.
EPICO.
EMOZIONANTE.
Un pagellone come pochi nella vita, come del resto una partita francamente irripetibile...
Grazie capitano, grazie coach e grazie al sacro spirito del dalmata!!
Quando tra mille anni a scuola ci sarà l'ora di Epica e si leggerà questo pagellone noi da lassù potremo dire: noi c'eravamo!
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